Il ddl presentato dal (ex) ministro Graziano Delrio sul riordino delle autonomie locali che dovrebbe portare ad un accorpamento dell Province ha fin da subito scatenato polemiche roventi. A complicare ancora di più le cose, vi è stata anche la bocciatura della Corte dei Conti: il ddl Delrio, infatti, rischierebbe addirittura di far aumentare i costi della Pubblica Amministrazione!
L’idea di accorpare le province italiane era nata con lo scopo di diminuire i costi della P.A. ma ciò non significa necessariamente che ci saranno delle diminuzioni di tasse per i cittadini. Però, se l’accorpamento diventasse realtà, avrebbe un effetto indiretto sul costo delle polizze auto. In generale, l’assicurazione viene calcolata sommando il premio netto (ricavo della Compagnia Assicurativa) e le imposte (che oscillano annualmente tra il 9 ed il 16 % da provincia a provincia, sulla base del recente federalismo fiscale (art. 17, comma 2, D.Lgs. 6 maggio 2011, n. 68). Ogni provincia infatti a decorrere dal 2011, annualmente, può deliberare una variazione dell’aliquota dell’imposta base del 12,5%, da applicare alla polizza auto, in aumento o in diminuzione con una variazione massima del 3,5%. Il decreto n. 188 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale prevede l’accorpamento delle province delle Regioni a statuto ordinario (che passano da 86 a 51). E questo provoca un effetto indiretto sulle polizze assicurative, visto che vi sono province che applicano aliquote diverse sull’imposta. Statisticamente tuttavia, ciò avrebbe effetti minimi sul costo della Rca, dato che tra il 2011 e 2012 la quasi totalità delle province italiane ha già variato l’aliquota nella misura massima (ovviamente!) aumentando quella base del 3,5%. Nello specifico, su 94 province italiane ben il 75% di queste (70) applica già l’aliquota massima del 16%, soltanto il 17% (16) delle province ha lasciato inalterata l’aliquota base al 12,5%, infine l’8% delle province (8) applica un’ aliquota tra il 9% e il 15,5%. Quindi, diventa molto probabile che chi ha la residenza in una provincia che applica già l’aliquota maggiore, l’accorpamento o meno delle province non cambierebbe nulla!
A questo punto, potrebbe sorgere giustamente un dubbio, ovvero su quale aliquota verrebbe presa come riferimento in caso di accorpamento delle provincie con imposte Rca differenti: quella della città capoluogo o l’aliquota massima calcolata tra le varie città accorpate? Difficile dare una risposta certa a questa domanda, anche perché ancora non si conosce quale sarà il metodo di applicazione delle diverse imposte locali. In generale, però, potrebbe non esserci nessun effetto negativo: anzi, se si usasse l’aliquota della città più grande presente nella regione, l’effetto sarebbe sicuramente positivo per i cittadini delle province accorpate e indifferente per quella della città accorpante. Ma questa è solo un’ipotesi che non tiene conto delle variazioni sui coefficienti territoriali (province, comuni, cap…) provocate dagli accorpamenti delle province. Non resta che aspettare e sperare che tale scenario non riservi qualche spiacevole sorpresa per le giù martoriate tasche degli automobilisti.
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