Negli ultimi anni, le truffe assicurative sono aumentate purtroppo in maniera esponenziale! Una di quelle più comuni consiste nel far testimoniare un finto testimone, dove lo stesso dichiara ciò che non ha visto affinché il suo compare riesca ad ottenere un risarcimento per un sinistro mai avvenuto, dietro lauto compenso! Testimoni “facili” disposti a dichiarare anche il falso nel corso di una controversia o addirittura in tribunale! Ma come fermare o almeno limitare questo tipo di truffa?
Se esistesse una banca dati dei testimoni in caso di incidente, si vedrebbe come alcuni nomi risulterebbero ricorrenti. Così il governo, in collaborazione con l’ANIA (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici), sta pensando di creare una black list dei “testimoni di professione” così da riuscire a limitare, se non ad annullare, le truffe. Infatti, la falsa testimonianza in caso di sinistro, porta a non pochi danni alle compagnie assicuratrici oltre che andare a discapito dei tanti automobilisti onesti che vedono ogni anno aumentarsi il costo della polizza! Il problema riguarda sia testimonianze false per veri incidenti che sinistri inventati totalmente, al solo fine di poter ottenere il risarcimento assicurativo. Per cercare di arginare il problema era già intervenuto il governo Monti introducendo una norma che consente il risarcimento per lesioni fisiche soltanto dopo che sono stati effettuati in maniera accurata tutti gli esami medici. Oggi, la proposta del governo Letta aggiunge un’arma in più alle compagnie: ovvero, una sorta di banca dati di persone che hanno assistito a un numero alto di incidenti stradali che quindi possono essere considerate “sospette”. Tuttavia, le difficoltà di attuazione della riforma stanno sul fronte della gestione di questi dati nel rispetto della privacy. Un’anagrafe dei testimoni e un’anagrafe dei danneggiati (ritornano con una certa frequenza anche i nomi delle “vittime” di sinistro in caso di truffa) richiederebbero un’attenzione particolare per evitare la violazione delle norme sulla tutela della privacy dei cittadini. Quindi, le domande che molti si pongono sono: “Chi può gestire queste banche dati?” oppure “Chi potrà avere accesso alla lista dei testimoni?” A questo proposito, il governo e l’ANIA dovranno necessariamente trovare una soluzione efficace e sicura per poter rendere operativa questa proposta.
Risolvere il problema delle truffe è necessario e importante per porre le basi di un abbassamento generale delle tariffe, che da anni ormai stanno aumentando in maniera indiscriminata per colpa di questi “furbetti”.
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